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I monti Lessini, in quegli anni sempre innevati, erano meta ambita delle gite fuori porta di quei pazzi che si cimentavano sulle piste del monte Tomba, battute solamente dal vento e dalle numerose cadute dei meno capaci. Era ancora utilizzato il trampolino di salto in lungo “ ai TRACCHI” mitica stazione sciistica anteguerra. La tecnica di discesa, (smesso da poco il “Telemark”) il Cristiania, dilagava nelle stazioni più alla moda. L’abbigliamento era spartano e risentiva degli anni appena trascorsi; il legno di Hickory era il principale materiale usato per gli sci, gli scarponi, di cuoio, costantemente ingrassati per renderli impermeabili, l’attacco degli sci a leva con puntale rigido. Motore trainante di discussioni tecniche e uno dei primi idoli da imitare era un certo TONI SAILER, asso pigliatutto, entrato nella leggenda per il suo stile innovativo.
Le stazioni allora frequentate dall’U.S. ACLI erano nelle zone di Folgaria e Altipiano di Asiago; in certe occasioni si arrivava anche sul mitico Bondone: la Val d’Adige non era ancora percorribile con l’autostrada ed i pullman usati per le gite rispecchiavano la concezione tecnica dei trasporti di allora con riscaldamento primitivo e le sospensioni su balestre (!). Verona - Trento voleva dire almeno 3 ore circa di viaggio e si rendeva obbligatoria una fermata tattica alla Pineta di Rovereto prima di iniziare i tornanti, evitando così delle fermate pericolose in salita. Più tardi anticipando i tempi, l’US ACLI organizzò i primi corsi sci domenicali nella neonata POLSA di Brentonico (65/66) ed i Capodanno sugli sci.
Nel 1967, vista la crescente adesione all’U.S. ACLI, si decise di organizzare le prime gare sociali (Folgarida), i cronometraggi erano manuali e le comunicazioni partenza-arrivo avvenivano con movimenti repentini della braccia. Dopo queste prime gare si capì che bisognava organizzarci tecnicamente e nel 1969 venne fatta richiesta di affiliazione alla FISI potendo così partecipare e organizzare gare ufficiali con i cronometristi delegati dalla Federazione, dotati dei primi sistemi di rilevamento tempi elettronici. Si rese necessario trovare uno sponsor che ci aiutasse ad organizzare un trofeo di prestigio in modo da far conoscere l’U.S. ACLI anche fuori della provincia di Verona. Si fece avanti Giuseppe Manni che, oltre a dare la possibilità di allestire al meglio le competizioni, in seguito realizzate, e denominate appunto TROFEO MANNI, ci spronò per incrementare il numero dei soci e le attività : nacque così l’U.S. ACLI MANNI.
Nomi come GROSS, STRIKER, RADICI, DE CHIESA, PLANK capitanati da COTELLI egemonizzarono gran parte degli anni settanta. I materiali subirono un’evoluzione tecnica notevole: imbottiture sulle braccia, sulle gambe, guanti allungati, scioline realizzate in laboratori universitari, occhiali antishock, cronometraggi elettronici in tempo reale, telecamere in presa diretta sulle piste di gara. In breve tempo lo sci divenne uno sport di massa con i suoi idoli, le sue mode, il tifo da stadio ai bordi delle piste durante le gare, stazioni sciistiche con impianti di risalita sempre più moderni e, collegandosi ad altre, crearono veri e propri caroselli sciistici. Anche nell’U.S. ACLI MANNI cominciarono a farsi notare alcuni personaggi di supporto a Uber Montagnoli : Terragnoli G., Bolesani R., Foletto G., Pernigo V., i gemelli Vecchini, Marani R., Tosi L., Cantieri M. ecc;
Completata nel frattempo l’autostrada del Brennero, il raggio d’azione delle gite domenicali si allungò frequentando stazioni prima difficilmente raggiungibili: Selva di Val Gardena, Vipiteno, Brunico, Bressanone ecc; anche i pullman seguono l’evoluzione degli anni, cominciando ad adeguarsi alle esigenze dei gitanti con riscaldamenti efficienti e sospensioni idropneumatiche. Venne iniziato un sodalizio con la nascente stazione di PAMPEAGO frequente meta dei nostri pullman domenicali e successivamente con settimane bianche a Tesero. Passata la crisi energetica, le domeniche con circolazione a targhe alterne, con i pullman sempre pieni di sciatori per l’impossibilità di usare le auto, anche la “valanga” verso la fine degli anni 70 passò la mano ad un altro mito : INGMAR STEMMARK, svedese, grande specialista di slalom e gigante, ma poco incline alla discesa che non volle mai affrontare. Stabilì un record assoluto: 86 gare di Coppa del Mondo, due medaglie d’oro alle Olimpiadi di Lake Placid e tre Coppe del Mondo consecutive. Tra le donne una certa MOSER-PROELL (austriaca) vinse in tutte le discipline e, per la quantità di Coppe del Mondo vinte consecutivamente, ben cinque, stabilì un record tuttora imbattuto: 62 le vittorie individuali .
Un socio (Gasparato) mise a disposizione un pulmino per trasportare i primi ragazzini della neonata squadra agonistica ad allenarsi (dopo la scuola) sui monti della Lessinia. In quel periodo si imponevano Katia Gasparato, Barbara Merzari, Sara Merzari, Federico Gasparato, Monica Noniego,.dividendosi spesso i podi. Allenatori, Sergio Merzari e Tano Costa. Nel 1982 Uber Montagnoli ci lasciò per sempre, al suo posto, alla presidenza del GS DRAGO, fu eletto Renato Biroli che la resse per 3 anni, seguito poi da Gianni Foletto, per una stagione dopodiché nel 1986 fu eletto Gianni Bottacini, tuttora in carica, meritandosi (nel 1998) il distintivo d’argento della FISI per la lunga attività svolta. La sede in quel periodo era ricavata alla bell’e meglio in un locale affittatoci dalla Parrocchia di Tomba Extra, finché non divenne inagibile cosicché si rese necessario trovare una nuova sede adeguata per le iniziative che di continuo uscivano come lingue di fuoco dai neonati DRAGHI. Alla fine, con l’interessamento e l’aiuto della Quinta Circoscrizione, il Comune di Verona mise a disposizione i locali delle ormai obsolete docce pubbliche di Piazza Zara. Il 28 settembre 1989 ci fu il passaggio di gestione e, subito dopo, la consegna di piccone e pala, ai componenti del “DIRETTIVO” per demolire le docce e ambientare quella che è tuttora la sede del GS DRAGO: ci sembrava immensa come immensa era la nostra euforia la sera del 25 novembre 1989 quando fu inaugurata tra una benedizione e un brindisi. Non era passato neanche un mese e, con il solo lavoro dei soci (Roberto Marani era come il sale, sempre presente) improvvisatisi muratori, elettricisti, falegnami, imbianchini, un locale inutilizzato da tempo, divenne una moderna “CAVERNA DEL DRAGO”. I soci del direttivo che tanto hanno dato erano : Gianni Bottacini presidente, Renzo Vecchini vice presidente, Bruno Bottacini segretario, Gastone Guarnieri tesoriere, Gino Vecchini, Bruno Vecchini, Roberto Marani, Bruno Bari, Vittorino Pernigo, Ivone Spagnolo consiglieri. Un doveroso ringraziamento alle mogli dei sopraccitati che, pazientemente, hanno atteso nelle notti il ritorno dei mariti sempre più ritardatari, impegnati com’erano nel portare a termine l’impresa.
Fu chiamata la “valanga rosa” ed ebbe il suo apice negli anni novanta con una fuoriclasse anche nelle avversità : DEBORAH COMPAGNONI. Sede nuova, attività nuove: si promuovono week-end sciistici, settimane bianche sempre affollatissime, scuole sci durante le vacanze natalizie, scuola sci domenicale, attività presciistica in palestra per evitare traumi ai sciatori della domenica e di supporto alla squadra agonistica, rifondata con nuovi criteri di conduzione. Venne acquistato (auto tassandosi) un pulmino usato per essere presenti alle gare di sci che, per mancanza di neve sui Monti Lessini, venivano organizzate nelle stazioni sciistiche all’avanguardia del Trentino e dell’Alto Adige già in possesso degli impianti di neve programmata, vero toccasana in quegli anni di scarse precipitazioni nevose. Nacquero il Trofeo Città di Verona ed il Trofeo Ciao Crem poi GP Kastle e successivamente il Trofeo Lattebusche; circuito di gare di slalom e gigante organizzate dai vari sci club della Provincia riservate alle categorie cuccioli, baby, ragazzi e allievi maschile e femminile. Gli atleti con il miglior punteggio ottenuto nelle gare prendevano parte alle finali regionali valide per partecipare, poi, al campionato italiano. I componenti della rinnovata squadra agonistica DRAGO SKYTEAM erano Sergio Merzari direttore sportivo, Gigi Bertani maestro allenatore, Giulia Campedelli, Federica Compri, Camilla Toffali, Chiara Pighi, Lorenzo Formenti, Nicola Fagnani....atleti. Sul finire degli anni 80’ un giovane “cittadino” irruppe nel gran circo bianco con la sua potenza unita a una grande dose di simpatia e fascino riempiendo le pagine di tutti i giornali, sportivi e non. ALBERTO TOMBA. Emiliano purosangue si propose con queste credenziali per la conquista di tutto ciò che veniva messo in palio. Molti suoi detrattori si son dovuti ricredere più volte. Memorabili le sue esibizioni dopo gara esaltato dai fans club che lo seguivano ovunque rumorosamente. Partecipò a 4 Olimpiadi, a 4 campionati del mondo, a
innumerevoli gare di coppa del mondo; le Altri nomi emergono dall’albo d’oro degli sport invernali: in discesa libera MICHAEL MAIR, CRISTIAN GHEDINA, PETER RUNGGALDIER, WERNER PERATHONER, e negli slalom oltre a TOMBA, FABRIZIO TESCARI, PATRICK HOLZER, KONRAD K. LADSTAETTER. Anche nel settore femminile nel frattempo cominciavano a mettersi in luce, anzi a brillare come astri, alcune atlete eredi della gloriosa valanga rosa, DEBORAH COMPAGNONI, SABINA PANZANINI, LARA MAGONI, ISOLDE KOSTNER che seppur avendo a che fare spesso con la dea bendata (forse più che bende erano garze!) hanno fatto issare tantissime volte il Tricolore sul pennone più alto del podio. Soprattutto Deborah (Debby) ha dovuto combattere contro avversità che per molti avrebbero voluto dire desistere dall’attività agonistica, invece lei, ogni volta che ha dovuto affrontare la sala operatoria, è sempre risorta come l’araba fenice. Ancora è vivo nella nostra memoria l’urlo di dolore durante le Olimpiadi di Albertville quando s’infortunò nella gara di gigante il giorno dopo aver vinto l’oro nello slalom; nonostante ciò l’anno successivo si ripresentò, sorridente, motivata e vincente, ai cancelletti di partenza. Anche SABINA PANZANINI, soprannominata la volpe, per la fluente chioma rossa che sventolava fuori dal caschetto, ha dovuto affrontare parecchie avversità, solo la sua grinta le ha permesso, in parecchie occasioni, di sventolare la sua coda davanti alle avversarie. La discesa libera non è mai stata una disciplina vincente per la squadra femminile italiana, era sempre un “affare “ da sbrigare fra austriache e svizzere, finchè non si presentò ai cancelletti di partenza ISOLDE KOSTNER, gardenese, viso allegro, solare, e disponibile agli scherzi, (chi non ricorda Sierra Nevada con quelli di Mai dire Gol ) creando un certo scompiglio fra le due superpotenze (Austria e Svizzera) nella logica spartizione dei premi. Anche il GS DRAGO comincia a veder premiata la sua mentalità: lezioni di sci tenute esclusivamente da Maestri delle locali Scuole Italiane Sci, con rilascio di tesserino del livello di apprendimento raggiunto, assistenza totale da parte degli accompagnatori del GS DRAGO che non abbandonano mai il gruppo loro assegnato, uso di pullman GT per il trasporto degli allievi sui campi scuola, nell’intervallo delle lezioni sono offerti ai partecipanti solo ed esclusivamente pasti caldi, con costi contenuti per dar modo a tanti di partecipare. Quindi, umanità ed attenzione sia al particolare che all’individuo, principi che avevano caratterizzato gli esordi della società, rimangono i caratteri somatici del gruppo in ogni iniziativa sportiva e non. La presenza del DRAGO è costantemente richiesta durante le manifestazioni in piazza Bra per le feste dello sport, organizzate dal Comune di Verona, in primavera con distribuzione di fette di colomba e thè ed in autunno con castagne, vin brulè e cioccolato caldo. Con questi fondamenti, l’acquisizione di un ulteriore pulmino per la squadra agonista notevolmente ingrossatasi, divenne quasi obbligatorio come lo divenne di un terzo ( in comproprietà con lo Yachting Club di Torri del Benaco) a metà degli anni Novanta. I pulmini, oltre che trasportare gli atleti agli allenamenti e alle gare, si usavano per portare in sede le coppe e i trofei copiosamente vinti nelle gare disputate da questi atleti Riccardo Rigoni, Chiara Pighi, Alessandro De Paoli, Nicola Bertoli, Giorgio Campedelli, Giulia Bertani, Raina Albini, Giulia Tosi, i fratelli Chiapperini, Andrea Braga, Demetrio Marangoni, Carmen Marangoni, Luca Guadagnini, Sparesato Luca ecc: accompagnatori Diego Bergamasco, Barbara Merzari, Gigi Bertani, Marcella Vantini Maestri allenatori, Sergio Merzari direttore sportivo, Agostino Toffali e Daniele Fagnani supporter.
E proprio verso la metà degli anni Novanta, precisamente nel 1994, in occasione del venticinquesimo di affiliazione alla FISI, il GS DRAGO venne insignito del distintivo d’argento AL MERITO, supportato poi dal riconoscimento del CONI come “CENTRO DI AVVIAMENTO ALLO SPORT”. Ovviamente, visti i precedenti, la festa del “venticinquesimo” fu memorabile ed a condividerla presso i saloni della Gran Guardia in Piazza Bra, vennero Sabina Panzanini, Lara Magoni e Astrid Plank, entusiaste per la giornata trascorsa, lontana dalla pista, potendo ammirare una volta tanto il panorama di una splendida città d’arte con i suoi monumenti ricchi di storia, al posto degli asettici alberghi di montagna. Vale la pena ricordare il Direttivo del GS DRAGO che realizzò tale manifestazione : Gianni Bottacini presidente, Renzo Vecchini vice presidente, Bruno Bottacini segretario, Gastone Guarnieri tesoriere, Roberto Marani, Vittorino Pernigo, Ivone Spagnolo, Sergio Merzari, Daniele Fagnani, Bruno Bari, Gino Vecchini, Bruno Vecchini, Agostino Toffali consiglieri.
Il futuro immediato ci vede di nuovo protagonisti il 9 ottobre 1999 per la festa del trentennale presso i saloni del Circolo Ufficiali di presidio di Verona in Castelvecchio, dopodiché verrà inserito in questa storia il resoconto della manifestazione. Lo sci è uno sport per tutte le età, e la montagna è una grande amica (se la si rispetta), ed è per questo che DRAGHI della neve non si nasce ma si diventa. E la storia continua...... |